Non ricordo quanti anni ho ma so che sono tanti.
Oggi e' il mio compleanno, forse ottanta o giu' di li.
Sono andati via tutti e sono quasi felice di tornare alla mia poltrona.
E' sempre li, adattata a me nel tempo, davanti alla finestra.
Oggi piove e lo preferisco perche' non ho motivo di uscire o di farmi portare fuori quasi fossi un cagnolino.
Resto li e guardo oltre al tetto della casa di fronte, oltre la porzione di cielo che mi e' stata riservata.
Nella mia solitudine non ricordo tutto quello che vorrei ma alleno la memoria tutti i giorni in modo che alcune cose non spariscano.
Ricordo di non aver mai amato tanto mia moglie come dopo averla colpita ad un braccio per sbaglio in uno scatto d'ira per chissa' cosa.
Da giovane ho sprecato anni, decenni a preoccuparmi ed ora non so nemmeno di cosa.
Lei ha capito il mio dolore e piangendo mi disse che era stata colpa sua.
Ora l'intensita' si e' abbassata ma e' ancora forte la sensazione che ho provato in quei momenti, avevo l'universo dentro l'auto e in quella piccola donna trovavo l'equilibrio di cui avevo bisogno.
Giurai di non sbagliarmi piu' e cosi' feci.
Dopo quarant'anni ancora mi domando se davvero volevo colpire il sedile dell'auto e per sbaglio la sua spalla era li.
Si riesce a mentire a se stessi fino a questo punto per non soffrire ?
Si, fu cosa da poco ma il gesto la fece piangere e provai un senso di colpa che mi accompagno' nel tempo.
Sta piovendo e le gocce battono il vetro.
Chissa' quale scendera' prima.
Eppure lei ci ha messo una pietra sopra ed ha capito e le mie lacrime sono scese nascoste e veloci come le gocce di questa pioggia di compleanno.
Resto qua ancora un po, forse se smette di piovere riesco a vedere una stella nello scorcio di cielo.
Una stella che conosco.
Oggi e' il mio compleanno, forse ottanta o giu' di li.
Sono andati via tutti e sono quasi felice di tornare alla mia poltrona.
E' sempre li, adattata a me nel tempo, davanti alla finestra.
Oggi piove e lo preferisco perche' non ho motivo di uscire o di farmi portare fuori quasi fossi un cagnolino.
Resto li e guardo oltre al tetto della casa di fronte, oltre la porzione di cielo che mi e' stata riservata.
Nella mia solitudine non ricordo tutto quello che vorrei ma alleno la memoria tutti i giorni in modo che alcune cose non spariscano.
Ricordo di non aver mai amato tanto mia moglie come dopo averla colpita ad un braccio per sbaglio in uno scatto d'ira per chissa' cosa.
Da giovane ho sprecato anni, decenni a preoccuparmi ed ora non so nemmeno di cosa.
Lei ha capito il mio dolore e piangendo mi disse che era stata colpa sua.
Ora l'intensita' si e' abbassata ma e' ancora forte la sensazione che ho provato in quei momenti, avevo l'universo dentro l'auto e in quella piccola donna trovavo l'equilibrio di cui avevo bisogno.
Giurai di non sbagliarmi piu' e cosi' feci.
Dopo quarant'anni ancora mi domando se davvero volevo colpire il sedile dell'auto e per sbaglio la sua spalla era li.
Si riesce a mentire a se stessi fino a questo punto per non soffrire ?
Si, fu cosa da poco ma il gesto la fece piangere e provai un senso di colpa che mi accompagno' nel tempo.
Sta piovendo e le gocce battono il vetro.
Chissa' quale scendera' prima.
Eppure lei ci ha messo una pietra sopra ed ha capito e le mie lacrime sono scese nascoste e veloci come le gocce di questa pioggia di compleanno.
Resto qua ancora un po, forse se smette di piovere riesco a vedere una stella nello scorcio di cielo.
Una stella che conosco.