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Come Quattroruote sceglie le auto da provare

Come Quattroruote sceglie le auto da provare | Pagina 8 - opinioni e discussioni sul Forum di Quattroruote

  1. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Sui diari di bordo ha ragione: c'è poca coerenza nei giudizi. Rimediamo.
     
  2. braccobaldo59

    braccobaldo59

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    Gentile Direttore
    nel farle i complimenti per l'intervista a De Benedetti e a esprimere le mie opinioni sulla rivista, ho forse sbagliato forum, visto che non ho ricevuto nessuna risposta? Grazie.
     
  3. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    L'intervista era la stessa apparsa sul Premium. Ho deciso di pubblicarla anche sul giornale perché volevo renderla disponibile a un numero maggiore di lettori. Per compensare chi l'aveva acquistata sul Premium (e che magari è un cliente del mensile o addirittura abbonato), abbiamo offerto un voucher di 50 centesimi per l'acquisto di un altro articolo a pagamento. Il problema è che la gente accetta di parlare di certe cose dopo tanto tempo... Cantarella, per citare un altro top manager che ha segnato il corso della Fiat, per esempio non ha mai accettato di discutere con noi della sua dirigenza.
     
  4. disco68

    disco68

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    Secondo me più che discutere di criteri per scegliere le auto da provare va ripensata la mission della rivista. Premetto che leggo Quattroruote da quando avevo 2 anni, e oggi ne ho 52. Se immaginate di rincorrere l'analfabetizzazione dell'automobilista moderno avete già perso in partenza. I millenials nella maggior parte dei casi intendono l'auto come un elettrodomestico, e a nessuno viene in mente di acquistare una rivista che aiuti a scegliere una lavatrice o un frigorifero. Dovete correggere il tiro perchè per voi l'unico target possibile è l'automobilista evoluto che apprezza e si interessa di tecnica al quale dovete ritornare a fornire dati ed informazioni che mi sembra abbiate dimenticato. Francesco Matrone
     
    A Sc piace questo elemento.
  5. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    D'accordo. Però poi quando chiedo quali sono i dati e le informazioni da noi sacrificate, mi si fanno esempi del 1964, di come Quattroruote spiegava così bene le sospensioni della 850, o del 1983, quando si davano 20 pagine alla prova della Uno. Ci si riferisce, insomma, a un mondo dell'auto che non esiste più. Giusto rimpiangerlo? Certo. Ma far finta che tutto il mondo attorno a noi non sia cambiato (già il fatto che mi si scriva da un telefonino o da un computer dovrebbe dare il senso di un'evoluzione) non credo sia costruttivo. Prendiamo la tecnica, discorso che ho già fatto tante volte. Le occasioni che gl'ingegneri di Quattroruote hanno di esibirsi in approfondimenti tecnici sono rarissime, perché oggi - salvo l'alto di gamma - il mass market è tutto uguale, in ossequio alle costrizioni imposte dalla condivisione di pianali e motori, dalle regole antinquinamento, dalle normative sulla sicurezza passiva e così via. Le differenze significative stanno nelle modalità di elettrificazione e nei corollari elettronici (dagli Adas all'infotainment): ovvero le istanze che la frangia più tradizionalista dei lettori rifiuta pregiudizialmente (vedi il mio precedente post). Si torna sempre lì: noi raccontiamo (ed esaminiamo) le macchine per quelle che sono oggi, ma ciò che le macchine sono oggi a molti non piace.
     
  6. giuliogiulio

    giuliogiulio

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    Mi scusi, ma io che sono un nato negli anni '80, non è faccio una questione di mera nostalgia. In tempi più recenti, mi vengono in mente il viaggio della Punto modello 2 lungo l'autostrada del sole nel 1999, i 200mila Km della 500 di una decina di anni fa, la superprova della Golf nel 2012, i 100mila Km della Panda twin air nel 2013. Adesso è tutto molto più informale, si leggono articoli scritti in modo confidenziale, amicale. Come se chi scrive fosse un conoscente con cui prendo un caffè al bar (pandemia permettendo) e parliamo di auto. Ecco, io da 4ruote mi aspetto di più. Ho già amici con cui parlare di auto al bar. Sulla scelta dei modelli provati ho già fatto le mie considerazioni.
    Giulio
     
  7. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Ma come, tutti si lamentano che siamo troppo scientifici, accusandoci di aver rinunciato alla soggettività dell'interpretazione giornalistica in favore della fredda obbiettività, e lei ora sostiene il contrario? Quanto alle prove di durata, io e Boni abbiamo già spiegato: non servono più a nulla (se non per le elettrificate, che hanno una tecnologia acerba).
     
  8. giuliogiulio

    giuliogiulio

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    E dove sta scritto che la debba pensare come "tutti"? Se è tutto ok, mi spieghi allora questo topic che sta così tanto scaldando gli animi. Quanto alle prove di durata, sostenere che non servano più a nulla (elettrificate, ibride, diesel o benzina che sia), francamente è qualcosa che proprio fatica a stare in piedi. E nel mio post non ho citato solo quelle.
     
  9. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Ma infatti il mondo è bello perché ognuno ha diritto alle proprie opinioni. Quanto alle prove di durata, ripeto per la decima volta (non dico centesima sennò si offende) la spiegazione. Oggi l'elemento dirimente per valutare l'affidabilità di una macchina nuova è la tenuta nel tempo dei componenti elettronici, non delle parti meccaniche. Questo significa che per avere elementi solidi di valutazione complessiva bisognerebbe provare una macchina per cinque o sei anni: i 100mila km in un anno, stressando la meccanica, erano utili un tempo, quando saltavano i motori, i bracci delle sospensioni, le guarnizioni della testa e quant'altro, oggi sarebbero una perdita di tempo e denaro. La stessa 500 di durata del 2007 che abbiamo qui in museo percorse 250mila km senza problemi, al di là dell'usura degli interni: alla fine rinunciammo a proseguire. E stiamo parlando di 13 anni fa. Le prove di durata, dunque, le facciamo su elettriche e plug-in, che di problemi ne hanno tanti: non soltanto intrinsechi, ma anche relativi all'ecosistema.
     
  10. casarano

    casarano

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    Non credo che l'oggetto di questa discussione possa essere riassunto in una disputa tra oggettività dei numeri e soggettività dei giudizi, e neppure ridotto ad una resistenza al cambiamento, da parte di lettori nostalgici delle descrizioni delle sospensioni della Fiat 850 o delle 20 pagine di prova della Fiat Uno del 1983 (queste ultime le avevo citate anch'io, non per una considerazione puramente quantitativa, oltretutto mi sembra che andando più indietro si fosse arrivati a prove di quasi 50 pagine, tipo Fiat 128). Credo che i lettori affezionati al Quattroruote cartaceo si aspettino comunque contenuti di livello superiore a ciò che si può trovare altrove, in rete o in edicola. Parlando di prove, questo significa molti numeri (rilevati con strumenti e metodologie di cui si conosce il valore) accompagnati da descrizioni che permettono di contestualizzare ed interpretare questi numeri. Alla fine il risultato è descrivere "com'è e come va" (come si scriveva un tempo in copertina) un'auto. Da parte mia vorrei vedere riportato qualsiasi dato numerico che possa risultare rappresentativo (compreso qualcuno che compariva meno di una decina di anni fa tipo altezza del posto guida, rendimento termico, tempo sul giro), e leggere nel frattempo delle descrizioni il più possibile complete. Trovo riduttivo pensare che l'approfondimento delle descrizioni possa e debba concentrarsi ormai, oltre che sulle tecnologie di elettrificazione (giustissimo, e mi rendo conto di quanto impegno ci sia nell'elaborazione di una metodologia di misura dei consumi energetici, quando si mescolano carburante ed elettroni), soprattutto su ADAS e infotainment; non mi rassegno a pensare un'auto incentrata sull'interfaccia allo smartphone e sull'insieme dei dispositivi destinati a rimediare alle distrazioni del guidatore (nella maggior parte dei casi causate dall'uso dello smartphone e della relativa interfaccia). Quando penso alle parti descrittive che non possono essere direttamente ricondotte ai numeri, non mi riferisco solo alle finezze sul comportamento stradale ormai apprezzabili solo da esperti collaudatori (fa comunque piacere capire il tipo di handling complessivo o la consistenza di uno sterzo), ma anche ad aspetti della praticità e della vivibilità dell'abitacolo, come la possibilità di caricare un passeggino, l'effetto sulle misure del bagagliaio dovuto alla presenza o meno della ruota di scorta, l'accessibilità ai posti posteriori o la facilità a sistemare più di un seggiolino..
    Insomma mi farebbe piacere che le analisi strumentali e il testo descrittivo fossero entrambi ricchi, completandosi a vicenda.
    Passando ad un altro argomento presente negli ultimi commenti, mi ha fatto piacere leggere nel numero di dicembre articoli come quello sulle ex carrozzerie torinesi o l'intervista a Carlo de Benedetti in cui sono state ripercorse le dinamiche di un periodo critico della storia industriale italiana. Però faccio una considerazione sul rapporto tra il contenuto cartaceo e quello digitale: se si è portato sul cartaceo un contenuto uguale a quello già presente (a pagamento) online, e si è ritenuto per questo di rimborsare chi aveva acquistato il contenuto digitale, questo può essere indicativo del fatto che i due oggetti possano essere maggiormente differenziati, e in questo modo coesistere anche vertendo sullo stesso oggetto (la stessa intervista, la prova della stessa auto, la stessa inchiesta...). Un'intervista (o prova, o inchiesta) online, può dare luogo ad un prodotto finale completamente diverso (eventualmente complementare) rispetto a quello cartaceo, allo stesso modo in cui un libro ed il film da esso tratto non sono prodotti uguali. In un caso ci sono i contenuti multimediali e la presenza di link ad altri contenuti, nell'altro la possibilità di sviluppare un testo più ricco di quello fruibile sul web. Anche in questo caso credo che non si debba ragionare per contrapposizione, ma arricchire i contenuti sfruttando le potenzialità dei vari strumenti.
     
  11. gianlucapellegrini

    gianlucapellegrini Direttore Membro dello Staff

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    Mi trovo al 100% d'accordo con lei sul discorso digitale: il Premium è un'opportunità di arricchire i contenuti sfruttando le potenzialità di una piattaforma diversa. Oggi stiamo facendo esperimenti per capire quali sono i temi più adatti ad alimentare tale transizione (e l'esempio De Benedetti, per ora unico, è indicativo in tal senso; ma anche la prova della Golf, che è stato il singolo pezzo più venduto). Stiamo imparando un mestiere nuovo, perché finora i paywall nel campo dei giornali li hanno messi soltanto i quotidiani, di fatto alzando barriere di prezzo davanti a contenuti fino a quel momento gratuiti. Noi abbiamo scelto una strada diversa, che - seguita con intelligenza - porterà inevitabilmente a una maggiore coerenza editoriale fra carta e digital.
     
  12. Statmaz_1690919033

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    Per inciso, osservo che l'intervista a De Benedetti era accessibile gratuitamente sul sito di Dagospia (anche se non in versione integrale) prima dell'uscita di 4R cartaceo (per altro, a grandi linee, da anni De Benedetti brilla per l'inclinazione all'autocelebrazione su questa brevissima esperienza in Fiat, mentre molto meno volentieri ci intrattiene su quella ben più lunga in Olivetti. Per lo "scoop" riguardante Pizzuto su Marchionne e la Fisker basta digitarne il cognome in qualsiasi motore di ricerca e si scopre l'arcano che spiegherebbe il mancato rilancio di Lancia, fingendo di dimenticare che il cuore di marchionne batteva solo per l'Alfa con i risultati sotto gli occhi di tutti. Spero che a scegliere come contenuto (Premium ?) la versione della Golf da provare siano stati lettori più numerosi di quelli che partecipavano alle primarie grilline: non c'era bisogno di questa trovata quando 4R anticipava e non seguiva le tendenze del mercato. Ma ora basta con l'ironia: è dura garantire la qualità Premium dei contenuti, ma più che legittimo adottare questa soluzione per arrotondare gli introiti. Ad alcuni lettori - come ben scritto qua sopra - interesserebbe molto di più che sul cartaceo le prove su strada tornassero più tecniche e meno soggettive (la Renegade è simile alla 500X, ma se sto leggendo la prova su strada della Renegade è della Renegade che voglio conoscere un'adeguata esposizione delle caratteristiche), con testi scritti in modo sobrio e scorrevole a differenza di quanto avviene ad esempio nel confronto fra Porsche, BMW ed Alpine dell'ultimo numero, che pare scritto dal telefonino, tanto è disarmonico e concitato. Alcuni di noi continuano a chiederlo (nel mio caso da anni), ma non c'è verso: per inseguire nei toni e nella forma un pubblico che in edicola non entra neanche per errore (e meno che mai si abbona), mettete a dura prova la pazienza dei lettori meno sprovveduti, col solo conforto di avere, allo stato, una concorrenza di livello inferiore.
     
  13. giuliogiulio

    giuliogiulio

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    Guarda, sottoscrivo in toto. E pure il direttore dice che noi "tutti" chiedono toni meno freddi e informali.
    E in ogni caso, citando la concorrenza, da un lato alcune riviste sono sparite (penso a Panoramauto), altre continuano ad essere illegibili( Al Volante), atre trovo abbiano fatti bei passi avanti (Auto).
     
  14. braccobaldo59

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    Caro giuliogliulio
    perchè dici che "Al Volante" è illeggibile?
    E' leggibile per un pubblico poco tecnico, che non ha tempo, passione o voglia di articoli bellissimi, tecnici, divulgativi ma impegnativi, un pubblico che "si accontenta" spende 1,5 euro e ha un panorama generale del mondo auto, senza pretese, è un prodotto completamente diverso da "Quattroruote" che, ricordiamolo, da decenni costa sempre e solo 5 euro, un cordiale saluto.
     
  15. giuliogiulio

    giuliogiulio

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    Siiii ma certo. Era solo un modo per dire che è proprio basic. Si rivolge a chi non compra abitualmente una rivista di auto. E magari vuole farsi un'idea su cosa offra in quel momento il mercato. Tutte le pagine con le Km0 tra l'altro lo dimostra. Nonchè i brevi commenti su ogni modello nelle pagine dei listini
     

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