No, non e' una presa in giro o uno scherzo.
Durante la crisi energetica degli anni '70 diverse case studiarono nuovamente la tecnologia del vapore per l'impiego automobilistico. Poi la risoluzione della "crisi del petrolio" fece si' che questi studi passassero nel dimenticatoio.
Ma cio' che venne scoperto vale la pena di essere menzionato, se non altro per cultura generale.
Sebbene il vapore possa sembrare una tecnologia motoristica datata, studiandolo meglio ci si accorge che non lo e' affatto.
Certo, risale al XIX secolo... ma anche l'elettricita' e' del medesimo periodo.
Le tecnologie tipiche del vapore sono rimaste ferme ai primi del XX secolo. Ma il principio resta valido, e se si facesse progredire la tecnologia ci sarebbero diversi vantaggi.
Prima di tutto nella macchina a vapore la parte combustiva e' del tutto separata dal motore propriamente detto. Questo significa che il combustore e il motore possono essere migliorati senza che le innovazioni nell'uno vadano a toccare l'altro, con conseguenti economie.
Non solo: il motore a vapore e' largamente indipendente dal materiale bruciato per produrre calore.
Studi su motori uniflow a tripla espansione di vapore supercritico mostrarono risultati di efficienza estremamente interessanti, cosi' come l'uso di elementi termici a celle di calore ceramiche, che permettono la combustione a temperatura moderata (circa 1200 °C) di combustibili vaporizzati con alti livelli di efficienza e, quello che e' piu' interessante, bassissime emissioni, parte delle quali possono essere ricircolate aumentando ulteriormente l'efficienza degli elementi.
Per uso ferroviario addirittura si sperimentarono motrici senza elementi riscaldanti, che immagazzinavano vapore ad elevata pressione prodotto esternamente per poi usarlo man mano.
Certo, il motore a vapore del XIX secolo aveva problemi di perdite termiche (anche ingenti) e di difficile gestibilita', che ne minavano considerevolmente l'efficienza. Ma questi problemi si dimostrarono negli studi sopra citati risolvibili con i materiali moderni (le coibentazioni e le tecniche costruttive delle caldaie di oggi non erano nemmeno immaginabili nel XIX secolo), mentre la gestione specifica delle varie componenti oggi sarebbe estremamente semplificata grazie alla disponibilita' dell'elettronica.
Insomma: l'auto a vapore non e' solo plausibile, ma anche possibile e vantaggiosa da un punto di vista tecnico.
Non lo e' da un punto di vista economico, nel senso che attorno ad essa non gravita quella sfera di interessi basati sui finanziamenti a babbo morto stanziati dai vari enti sopranazionali che rendono tanto conveniente per chi produce auto il fingere di sviluppare tecnologie senza sbocco come l'idrogeno o tecnologie attualmente inutilizzabili come l'elettrico, che hanno portato milioni di euro nelle casse delle case, che ne han potuto disporre a piacimento.
Dunque difficilmente vedremo anche solo dei tentativi in questa promettente direzione.
Durante la crisi energetica degli anni '70 diverse case studiarono nuovamente la tecnologia del vapore per l'impiego automobilistico. Poi la risoluzione della "crisi del petrolio" fece si' che questi studi passassero nel dimenticatoio.
Ma cio' che venne scoperto vale la pena di essere menzionato, se non altro per cultura generale.
Sebbene il vapore possa sembrare una tecnologia motoristica datata, studiandolo meglio ci si accorge che non lo e' affatto.
Certo, risale al XIX secolo... ma anche l'elettricita' e' del medesimo periodo.
Le tecnologie tipiche del vapore sono rimaste ferme ai primi del XX secolo. Ma il principio resta valido, e se si facesse progredire la tecnologia ci sarebbero diversi vantaggi.
Prima di tutto nella macchina a vapore la parte combustiva e' del tutto separata dal motore propriamente detto. Questo significa che il combustore e il motore possono essere migliorati senza che le innovazioni nell'uno vadano a toccare l'altro, con conseguenti economie.
Non solo: il motore a vapore e' largamente indipendente dal materiale bruciato per produrre calore.
Studi su motori uniflow a tripla espansione di vapore supercritico mostrarono risultati di efficienza estremamente interessanti, cosi' come l'uso di elementi termici a celle di calore ceramiche, che permettono la combustione a temperatura moderata (circa 1200 °C) di combustibili vaporizzati con alti livelli di efficienza e, quello che e' piu' interessante, bassissime emissioni, parte delle quali possono essere ricircolate aumentando ulteriormente l'efficienza degli elementi.
Per uso ferroviario addirittura si sperimentarono motrici senza elementi riscaldanti, che immagazzinavano vapore ad elevata pressione prodotto esternamente per poi usarlo man mano.
Certo, il motore a vapore del XIX secolo aveva problemi di perdite termiche (anche ingenti) e di difficile gestibilita', che ne minavano considerevolmente l'efficienza. Ma questi problemi si dimostrarono negli studi sopra citati risolvibili con i materiali moderni (le coibentazioni e le tecniche costruttive delle caldaie di oggi non erano nemmeno immaginabili nel XIX secolo), mentre la gestione specifica delle varie componenti oggi sarebbe estremamente semplificata grazie alla disponibilita' dell'elettronica.
Insomma: l'auto a vapore non e' solo plausibile, ma anche possibile e vantaggiosa da un punto di vista tecnico.
Non lo e' da un punto di vista economico, nel senso che attorno ad essa non gravita quella sfera di interessi basati sui finanziamenti a babbo morto stanziati dai vari enti sopranazionali che rendono tanto conveniente per chi produce auto il fingere di sviluppare tecnologie senza sbocco come l'idrogeno o tecnologie attualmente inutilizzabili come l'elettrico, che hanno portato milioni di euro nelle casse delle case, che ne han potuto disporre a piacimento.
Dunque difficilmente vedremo anche solo dei tentativi in questa promettente direzione.