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Arrosteveno le Ronde ??

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/video/?vxSiteId=bc005c9d-d69f-463a-ae21-a260eceafed0&vxChannel=Ultime%20News&vxClipId=2524_73315&vxBitrate=300
 
arhat ha scritto:
http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/video/?vxSiteId=bc005c9d-d69f-463a-ae21-a260eceafed0&vxChannel=Ultime%20News&vxClipId=2524_73315&vxBitrate=300
Perché nessuno lo ha aiutato?
Italiani brava gente....
 
Alt un momento, e perché tutto questo can can nei confronti di quelli che non l'avrebbero soccorso, tra l'altro senza poter cambiarne il tragico destino ?.

Quella povera vittima verso cui va rivolta naturalmente l'umana pietà, non era vittima di un incidente, o di una caduta , o di un infortunio di lavoro. era colpito a morte da arma da fuoco.

Non cogliete la differenza ? Io sì.

Un conto è intervenire in aiuto di una persona incorsa in un infortunio, (e già, in questo livido paese, può significare passare guai) ben altro trovarsi davanti ad un fatto delittuoso, il massimo del delitto : l'omicidio.

I criminali sono quelli che l'hanno ammazzato, non coloro che non si sono esposti.
Ad esempio, il passante, come fa ad intervenire senza avere il quadro della situazione, cosa ne sa se chinandosi sulla vittima non si prende lui stesso qualche pallottola perchè magari la vittima è braccata e chi lo vuole uccidere sta arrivando per finirlo ? Oppure ancora come fa a sapere che egli è solo vittima e non anche attore del conflitto a fuoco ? come fa a sapere con chi ha avuto quel conflitto a fuoco ? se con dei criminali o con le forze dell'ordine, e magari di nuovo chinandovisi viene scambiato per un complice dalle fdo in arrivo ?

Io userei un poco più di tatto nel giudicare negativamente i passanti che se la svignano, per questi ed altri motivi.

Piuttosto torniamo alla domanda vera, dove stavano le ronde ?
 
La testimonianza raccolta dalla moglie : altro che passanti indifferenti come recitano nei tg Luce, CHI E' PREPOSTO A SOCCORRERE NON HA SOCCORSO adesso sì che possiamo farci schifo di questa fantastica nazione, ah già, ma è repubblica :

«Il mio Petru è stato lasciato morire. C' era una sola ambulanza e ha portato via il 14enne. Mio marito è rimasto a terra per 30 minuti. Se era italiano sarebbe stato diverso, a noi ci lasciano finire così». Parole forti nella denuncia di Mirella, la compagna del romeno Petru Birlandeanu ucciso per errore dai killer della camorra. Un delitto compiuto durante una sparatoria tra la folla avvenuta poco prima delle otto di sera martedì a Montesanto.

«Per 5 minuti ha parlato. Per 10, mi ha guardato fisso negli occhi e, quando io gridavo, lui scuoteva la testa e mi stringeva più forte la mano. Per mezz' ora il corpo di mio marito Petruè rimasto per terra e nessuno ha fatto niente. Ci guardavano tuttie c' era anche chi mi scattava fotografie. È arrivata un' ambulanza, ma non era per noi era per il bambino ferito. Due feriti un' ambulanza sola... per l' italiano». Un' accusa. Lunga trenta minuti. Mirella è spaventata e arrabbiata. Mirella ha poco più di vent' anni ed è la moglie di Petru Birlandeanu, il romeno ucciso per errorea Montesanto. Mirella fumae piange. Fuma e si preme le mani sulla testa. Fuma Winston blu e si accuccia per terra, seduta sul cordolo dell' aiuola davanti all' obitorio, tenendo stretta la mano al fratello. Ernesto Cravero, docente della Federico II, sul sito di Noi Consumatori, conferma il racconto di Mirella: «Ritorno verso il ferito, il poveretto non si muove più, la donna che era con lui piange in silenzio. Sento delle sirene, penso: è l' autoambulanza. No, è una volante. Sono disorientato...eppure l' ospedale dei Pellegrini è lì a 100 metri. Chissà, portarvi quell' uomo a braccia o in barella. Alle 20 gli addetti della funicolare chiudono le portea vetro per isolare quel poveretto che è ancora lì e non si muove più». La sparatoria è avvenuta tra le 19.30 e le 19,40: trenta minuti prima. L' accusa di Mirella è dura: «Se era italiano sarebbe stato diverso. Agli italiani noi romeni facciamo paura e ci lasciano morire». E Mirella, piccola donna vestita di nero, con le ciabatte aperte e due cerchi d' oro alle orecchie, in Italia da tre anni, non trova spiegazione né tregua. «Mio marito è morto per 8 euro. Tanti erano i soldi che aveva in tasca. Tanti i soldi che racimoliamo ogni giorno e spediamo quasi tutto in Romania, dove c' è la mia bambina». Petru e Mirella hanno due figli, la più grande ha 10 anni, il più piccolo ne ha 6 e vive a Napoli. «Ma non lo portavamo quasi mai con noi al lavoro», fa notare Mirella. Lavoro? Petru suonava la fisarmonica sulla Cumana, ma era un calciatore. Mirella mostra la carta di identità del marito e racconta: «Era un centravanti del Poli Iasi, serie A rumena. Amava seguire le partite del Napoli e quando poteva giocava con i bambini, insegnava a giocare a calcio anche agli italiani. Perché Petru era romeno, non rom». Quando pronuncia la parola "italiani" grida: «Gli italiani vogliono ammazzare anche me. Non ho visto niente, niente... ma ero lì e la mafia ora mi sta cercando». Un motorino sfreccia nel viale e lei scoppia a piangere. Un attimo dopo una sirena. Mirella si rannicchia e poi balza in piedi. I rumori della paura fanno affiorare i ricordi: «Siamo alla stazione. Sentiamo gli spari. Petru mi afferra e dice: "Corri". Vedo il sangue, ma lui mi dice che è solo un graffio e che devo correre. Fino alla fine ha pensato a me, a salvare me...a lui non ha pensato nessuno e io non potevo fare niente». Torna la rabbia, appannata dall' impotenza. Ora accanto a Mirella c' è suo fratello, una interprete romena, Elisabeta, Enzo Esposito dell' Opera Nomadi, Federico Zinnae Carlo Parato del Partito Identità Romena della Campania. Chi è accanto a Mirella ha già avviato la domanda in Prefettura (che si è già attivata) perché Petru sia riconosciuto vittima di mafia, mentre il Comune si è offerto di organizzare il trasferimento della salma in Romania. Ma Mirella non riesce a seguire niente. Si prepara a passare la notte piangendo, senza che le sue lacrime sfiorino mai il corpo di Petru, come vuole la tradizione. Telefona in Romania: «Preparate il vestito da sposo di Petru. Deve essere tutto pronto, per il funerale. Torniamo a casa presto, per sempre».
(16 giugno 2009)
 
belpietro ha scritto:
lanti77 ha scritto:
Che schifo...........mi vergogno di essere italiano!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Lanti

cosa c'entrano gli italiani?

in effetti c'entra poco, solo col fatto che erano italiani i passanti indifferenti, ma certo erano uomini (nel senso di genere umano, non di dignità) e allora bisognerebbe vergognarsi di essere uomini come loro, del resto è risaputo:

"homo homini lupus"
 
arhat ha scritto:
Piuttosto torniamo alla domanda vera, dove stavano le ronde ?

perché, allora dove stavano i millemila poliziotti e carabinieri ai quali dovremmo demandare / lasciare / consegnare in via esclusiva la nostra sicurezza?

mi raccomando, non tralasciamo di spostare l'attenzione dalla domanda vera: "perché in certe parti della penisola c'è il privilegio dell'assoluta extraterritorialità delle mafie?"
 
Esimio Principe buongiorno anzitutto, stamane intende far difetto alla sua intellighenzia forse ? l'extraterritorialità è garantita seppur in diverse forme in tutta la penisola, e la genesi di tutto ciò è brillantemente di fronte a tutti.
 
arhat ha scritto:
Alt un momento, e perché tutto questo can can nei confronti di quelli che non l'avrebbero soccorso, tra l'altro senza poter cambiarne il tragico destino ?.

Quella povera vittima verso cui va rivolta naturalmente l'umana pietà, non era vittima di un incidente, o di una caduta , o di un infortunio di lavoro. era colpito a morte da arma da fuoco.

Non cogliete la differenza ? Io sì.

Questo è una grave affermazione. Chiunque abbia visto quel corpo inanimato e non ha almeno avvertito le autorità è passibile del 593 codice penale. Citando testualmente

593. Omissione di soccorso.

Chiunque, trovando abbandonato o smarrito un fanciullo minore degli anni dieci, o un'altra persona incapace di provvedere a se stessa, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, omette di darne immediato avviso all'autorità è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 2.500 euro (1).

Alla stessa pena soggiace chi, trovando un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne immediato avviso all'autorità.

Se da siffatta condotta del colpevole deriva una lesione personale [c.p. 582, 583], la pena è aumentata [c.p. 64]; se ne deriva la morte, la pena è raddoppiata [c.p. 63]
 

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