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Un piccolo gruppo di dipendenti, stando a quanto riportato dalla rivista tedesca Abendzeitung, dal 2009 rubava sistematicamente componenti e parti di ricambio negli stabilimenti BMW di Monaco.
Secondo le prime stime della Polizia, i danni ammonterebbero ad almeno due milioni di euro. Tre i sospettati principali, due dipendenti Bmw e un terzo di una ditta fornitrice esterna del marchio bavarese rispettivamente di 44, 45 e 54 anni. Il più anziano, lavorava in BMW da circa 30 anni nello stabilimento di Monaco di Milbertshofen; tutti e tre sono attualmente sotto custodia cautelare.
In totale, i sospettati dagli investigatori tedeschi sono 18 e il cerchio potrebbe allargarsi ulteriormente.
La polizia di Monaco ha perquisito nelle scorse settimane immobili privati dei tre autori principali dei furti e gli impianti BMW di Freising, Eching e Fürstenfeldbruck. I tre sospettati avrebbero dato vita a una rete di vendita parallela altamente professionale. Rubavano tutti i componenti possibili, secondo le prime indiscrezioni, dai loghi Bmw ai pomelli cambio ai pedali. Soprattutto, però trafugavano sedili e divani posteriori di modelli Bmw. Il secondo passo era vendere il tutto via internet, tramite aste on line o siti di annunci privati. Per non destare sospetti, parenti e amici aiutavano nel trasporto, stoccaggio e nella vendita dei beni rubati.
?Rubavano anche su commissione? ha spiegato al giornale tedesco l?ispettore di polizia Robert Weber, fedeli al motto ?vuoi qualcosa?Noi te lo procuriamo? tanto che la rete aveva clienti in tutta Europa.
La domanda è: come hanno potuto agire indisturbati così a lungo?! Il sistema prevedeva un ordine fittizio iniziale per una coppia, per esempio, di sedili anteriori. Con una finta nota li catalogavano poi come "campioni per il controllo di qualità", e il gruppo si assicurava che non venissero installati sulle vetture. Uno dei sospettati lavorava proprio nel reparto di controllo della qualità e rendeva il tutto più semplice. Successivamente, la merce veniva portata fuori dagli stabilimenti. Come, resta tutt?ora un mistero, dato che l?operazione, considerati i numerosi controlli di sicurezza negli impianti BMW, è tutt?altro che semplice.
A un certo punto però, il meccanismo si è rotto. Probabilmente la merce defraudata ha raggiunto valori troppo elevati e il reparto di controllo interno deve aver notato che qualcosa non andava. "E 'venuto fuori che ci sono stati anche alcuni problemi di stoccaggio, tanta era la merce rubata", continua Weber. La polizia ha difatti perquisito ben 21 abitazioni trovando un po' di tutto. I soldi ricavati dalla vendita sono stati in gran parte trasferiti all'estero su conti bancari di complici e prestanome. La maggior parte è stata versata su conto turco, nazionalità di uno dei principali sospettati.
?Non succede spesso che dipendenti rubino e non vogliamo creare inutili allarmismi? ha spiegato un portavoce della Casa tedesca?ma tra i 31.000 dipendenti che lavorano nella sede e negli impianti di Monaco ci può essere ovviamente qualche pecora nera?. L?ultima volta risale al 2006; allora finì in prigione un?altra piccola banda specializzata nel furto e nella vendita di componenti originali Bmw.