<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alfa Romeo Junior 2024 (ibrida 136 cv ed elettrica 156 cv) | Page 190 | Il Forum di Quattroruote

Alfa Romeo Junior 2024 (ibrida 136 cv ed elettrica 156 cv)

Che la gestione dei marchi di Stellantis sia esclusivamente a loro vantaggio è indubbio.
Però non credo che acquistando Peugeot o Alfa si acquisti propriamente la stessa auto.....Alfa costa di più, però mi sembra che offra anche qualcosa in più a livello di dotazione (non meccanicamente)......e per spendere ancora meno si può passare a 600, con Jeep nel mezzo.
Oggi la situazione è questa però non credo che sia corretto fare confronti con la situazione VW di oggi, occorrerebbe andare a vedere cosa è successo 30 e più anni fa quando sono state acquistate Seat, Skoda e Audi ed andando a memoria, non ricordo tutta questa differenziazione tra i vari modelli dove si ritrovavano plance praticamente identiche, motori condivisi (Audi compresa)....soprattutto oggi ci troviamo in fase di avvicinamento a questa transizione elettrica, peraltro molto incerta, per cui, secondo me, ci sta che si cerchi di fare il maggior profitto con la minima spesa cercando di caratterizzare diversamente lo stesso prodotto.
Da parte mia, attendo di poter fare un giretto con questa Junior per capire se è proprio come dite voi....una 2008 con il vestitino bello....ma credo che non sarà così.
Secondi me non è nemmeno una 2008 col "vestito bello" ma più piccola e con un vestito raffazzonato. Vedremo a quanti piacerà più di avenger se saranno i 50/70.000 europei che si augurano i francesi di stlPsa.
Vedendola in strada (non la veloce con assetto della Milano design week) o i.miei dubbi addirittura sul successo italiano che davo per sicuro...ma come dico vedremo...
 
Dopotutto lo ha detto tavaresh stesso: fare una macchina per segmento/tipo e con quella presidiare i mercati con tutti i marchi in portafoglio, così che il cliente trovi sempre quello che più gli dà fiducia/si attaglia o gli è famigliare (come anche il solo marchio).

Però è una cosa che fa il gioco del costruttore, non del cliente. Specie quando paga di più la stessa auto riproposta con un'altra brand e magari (solo) in un altro mercato (vds tonale 2.0 turbo di dogde, che qui non si trova e in usa costa pure meno).

Quanto ai ricambi ho avuto modo di constatare che le case giocano sullo zero magazzino. Mi sono capitate al lavoro Alfa e jeep ferme mesi perché i pezzi non arrivavano mai. E stiamo parlando del costruttore nazionale...speriamo che con la junior questo problema venga ridimensionato. Anche perché parliamo del segmento di maggior diffusione
Che faccia l'interesse del costruttore mi pare il minimo, essendo Stellantis una società si profit. Se non fa l'interesse del cliente la soluzione è immediata: si compra uno dei vari cloni di casa VAG, o di casa Hyunday-Kia, o di casa Renault-Nissan-Mitsubishi eccetera. È pieno di cloni fra cui scegliere
 
Che faccia l'interesse del costruttore mi pare il minimo, essendo Stellantis una società si profit. Se non fa l'interesse del cliente la soluzione è immediata: si compra uno dei vari cloni di casa VAG, o di casa Hyunday-Kia, o di casa Renault-Nissan-Mitsubishi eccetera. È pieno di cloni fra cui scegliere
giura!!!!
 
Diciamo che un costruttore, o un gruppo nella fattispecie, deve conciliare l’interesse proprio con l’interesse dei vari clienti dei marchi commercializzati.

Se fa solo il proprio interesse rischia di far crollare le vendite e mettersi la zappa sui piedi, se fa solo l’interesse della clientela magari inizialmente vende di più, ma i conti poi vanno a rotoli e il gruppo fallisce ugualmente.

Occorre una mediazione, una politica lungimirante, moderata e possibilmente di avanguardia, cercando di anticipare le mosse della concorrenza e di agire assecondando le mode, le aspettative, l’andamento dei gusti, orientando al meglio gli indirizzi tecnologici ed estetici. Utilizzare economie di scala e sinergie dosandone sapientemente l’entità e l’utilità nell’ottica del migliore vantaggio economico ma nel rispetto delle peculiarità dei marchi.

Questo (ed altro) per me deve fare un gruppo che si rispetti e che si faccia rispettare, che sappia trovare la propria collocazione nell’ambito dell’ oligopolio presente nel settore automotive, che sarà, sempre più, numericamente limitato.
 
Diciamo che un costruttore, o un gruppo nella fattispecie, deve conciliare l’interesse proprio con l’interesse dei vari clienti dei marchi commercializzati.

Se fa solo il proprio interesse rischia di far crollare le vendite e mettersi la zappa sui piedi, se fa solo l’interesse della clientela magari inizialmente vende di più, ma i conti poi vanno a rotoli e il gruppo fallisce ugualmente.

Occorre una mediazione, una politica lungimirante, moderata e possibilmente di avanguardia, cercando di anticipare le mosse della concorrenza e di agire assecondando le mode, le aspettative, l’andamento dei gusti, orientando al meglio gli indirizzi tecnologici ed estetici. Utilizzare economie di scala e sinergie dosandone sapientemente l’entità e l’utilità nell’ottica del migliore vantaggio economico ma nel rispetto delle peculiarità dei marchi.

Questo (ed altro) per me deve fare un gruppo che si rispetti e che si faccia rispettare, che sappia trovare la propria collocazione nell’ambito dell’ oligopolio presente nel settore automotive, che sarà, sempre più, numericamente limitato.
Sante parole!
 
Diciamo che un costruttore, o un gruppo nella fattispecie, deve conciliare l’interesse proprio con l’interesse dei vari clienti dei marchi commercializzati.

Se fa solo il proprio interesse rischia di far crollare le vendite e mettersi la zappa sui piedi, se fa solo l’interesse della clientela magari inizialmente vende di più, ma i conti poi vanno a rotoli e il gruppo fallisce ugualmente.

Occorre una mediazione, una politica lungimirante, moderata e possibilmente di avanguardia, cercando di anticipare le mosse della concorrenza e di agire assecondando le mode, le aspettative, l’andamento dei gusti, orientando al meglio gli indirizzi tecnologici ed estetici. Utilizzare economie di scala e sinergie dosandone sapientemente l’entità e l’utilità nell’ottica del migliore vantaggio economico ma nel rispetto delle peculiarità dei marchi.

Questo (ed altro) per me deve fare un gruppo che si rispetti e che si faccia rispettare, che sappia trovare la propria collocazione nell’ambito dell’ oligopolio presente nel settore automotive, che sarà, sempre più, numericamente limitato.
Se mi guardo attorno vedo tante carrozzerie differenti su pochissime basi che ormai coprono più segmenti; il sacro graal sembra essere la piattaforma unica.

Il fatto è che l'automobile è un prodotto maturo in cui i tempi per le innovazioni vere si misurano in decenni: tradotto, l'auto è una commodity e, come tale, governata dalla standardizzazione. Lo so che chi ha visto tante case indipendenti vorrebbe ritrovare quella varietà, ma il fatto è che quelle case non esistono più. Se uno vuole veramente capire in che mondo viviamo deve smettere di far finta di essere nel 1960 e pensare a come lui stesso sceglie un pc o telefono: sotto la scocca c'è la stessa pappa per tutti, anche per iphone che adottare un'architettura ARM come gli altri e ha un software, iOS, che è una personalizzazione di un kernel Linux, come Android. Forse non siamo ancora a quei livelli ma ci arriveremo: nel frattempo ci becchiamo le pochissime meccaniche dei vincitori, in questo caso Peugeot, aspettando che pure questa venga soppiantata dal prossimo pesce più grande, magari con gli occhia mandorla. Non è un posto per le individualità, questo; al massimo ti è concesso cambiare i paraurti.
E il cliente s'adegua e magari di buon grado, perché in fondo l'affidabilità, il comfort e le prestazioni delle auto odierne non hanno pari. Certo, per gli appassionati hard core è la morte civile, ma in fondo sono pochissimi
 
segno dei tempi che cambiano anche il fallimento di aziente come Recaro, BBS, Speedline, da un lato c'è sempre meno interesse nella personalizzazione, rispetto una volta le auto restano come vengono vendute, manco le fodere ai sedili, dall'altro nascono già con un abbondante dose di tuning, spoiler, alettoni, minigonne, prese d'aria finte, ghirigori dappertutto, cerchi in lega diamantati, sedili pseudo sportivi e in pelle, luci led a profusione, schermi e schermini.....mancano solo i led sotto l'auto a mò di fast and furious ma siamo lì.
 
Diciamo che un costruttore, o un gruppo nella fattispecie, deve conciliare l’interesse proprio con l’interesse dei vari clienti dei marchi commercializzati.

Se fa solo il proprio interesse rischia di far crollare le vendite e mettersi la zappa sui piedi, se fa solo l’interesse della clientela magari inizialmente vende di più, ma i conti poi vanno a rotoli e il gruppo fallisce ugualmente.

Occorre una mediazione, una politica lungimirante, moderata e possibilmente di avanguardia, cercando di anticipare le mosse della concorrenza e di agire assecondando le mode, le aspettative, l’andamento dei gusti, orientando al meglio gli indirizzi tecnologici ed estetici. Utilizzare economie di scala e sinergie dosandone sapientemente l’entità e l’utilità nell’ottica del migliore vantaggio economico ma nel rispetto delle peculiarità dei marchi.

Questo (ed altro) per me deve fare un gruppo che si rispetti e che si faccia rispettare, che sappia trovare la propria collocazione nell’ambito dell’ oligopolio presente nel settore automotive, che sarà, sempre più, numericamente limitato.

Secondo me si devono ritornare a produrre AUTOMOBILI quelle con tutte le lettere maiuscole. Oggi si parla tano tanto di Idrogeno per cui auto elettrica sì ma non a pile...o con poche pile
 
Che faccia l'interesse del costruttore mi pare il minimo, essendo Stellantis una società si profit. Se non fa l'interesse del cliente la soluzione è immediata: si compra uno dei vari cloni di casa VAG, o di casa Hyunday-Kia, o di casa Renault-Nissan-Mitsubishi eccetera. È pieno di cloni fra cui scegliere

Infatti verrà fatto.
Prima di arrivare ad un clone Peugeot, c'è un mondo la fuori...
 
Secondo me si devono ritornare a produrre AUTOMOBILI quelle con tutte le lettere maiuscole. Oggi si parla tano tanto di Idrogeno per cui auto elettrica sì ma non a pile...o con poche pile

Non è il core business dell' automotive attuale, evidentemente.
E dato che conta solo il loro (delle società) di profit...

PS - ma almeno un centinaio di chilometri in più di autonomia a questa Milano, non si riescono a dare??
 

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