<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=1500520490268011&amp;ev=PageView&amp;noscript=1"> Alexander McQueen suicida, chinate il capo. | Il Forum di Quattroruote

Alexander McQueen suicida, chinate il capo.

Non ha retto il colpo. La morte di sua madre lo ha spinto a suicidarsi il giorno prima del funerale.

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a_gricolo ha scritto:
metallo666 ha scritto:
perdonatemi l'ignoranza:
chi era costui (pace all'anima sua)?

Mi associo: chi era?[/quote/]
ecco qua:
ALEXANDER McQueen, il più geniale degli stilisti britannici e uno dei più grandi in assoluto nella moda, ha consumato la sua ultima visione. Ha bruciato in un colpo solo tutte le paure e le fragilità che ne hanno fatto un?icona da vivo e probabilmente uno spettro scomodo nei prossimi anni. L?artista, 40 anni, è stato trovato morto nella sua casa di Green Street, nell?elegante West End, per il curioso e drammatico paradosso di una fortuna capitata al figlio di un taxista della più popolare East London. Le prime supposizioni suggeriscono il suicidio per impiccagione, ma la famiglia e i suoi portavoce hanno steso il prevedibile silenzio su una morte che appare misteriosa almeno quanto è stata l?intera esistenza di questo ragazzo dalla faccia mobile, il corpo che emanava una forza invisibile ma schiacciante.

Subito, intorno al ricordo di un ?hooligan?, come ingiustamente lo avevano chiamato riviste frettolose e gonfie di gossip, si è alzata un?altra cortina: quella addolorata della comunità di stilisti e modelle. Armani ne riconosce «la grande genialità», mentre Kate Moss apparsa spesso in quella galleria fotografica che, un giorno o l?altro, potrà essere adottata come testimone di questi tempi e che inquadra le star più che la gente comune, è «distrutta e schoccata». E così è tramortita Parigi che ne aspettava le prossime sfilate, oltre alla sua città, naturalmente a pochi giorni dalla Fashion Week. La cassa che si porta via il corpo massiccio di Lee, oggi chiamiamolo così, è come l?ultimo congedo alla parte migliore della creatività britannica che, va detto, spesso è più innovativa e lungimirante di quella italiana e francese. Eppure McQueen faceva paura, non rispettava le convenzioni anche se il taglio sartoriale imparato a Savile Row e benedetto dalla promozione a creare per Givenchy ne hanno fatto un autentico maestro di stile. Ancora oggi se chiedete a un uomo che sappia di cosa sta parlando, quali sono i capispalla meglio disegnati, dovrà ammettere la sua preferenza per Giorgio Armani, Yves Saint Laurent e appunto Alexander McQueen. Il punto è che il figlio dell?East End aveva un mondo interiore al limite dell?anarchia con riflessioni precise sul rapporto fra la ricchezza del mondo, molto limitata, e la povertà dei suoi simili, in misura ben maggiore. Nasce e finisce qui, al momento, ogni azzardo sulla personalità del ragazzo Lee che diventa il genio Alexander. Ma in cosa è stato davvero unico e inimitabile?

Nell?aver abbandonato la scuola a 16 anni per passare all?ambiente esclusivo di una sartoria come Anderson & Shepperd, e da lì aver ascoltato le proprie angosce per rinnovare la bellezza femminile, con una considerazione estrema delle sue forme, dell?ambiguità che ogni donna racchiude in sé, sino ad arrivare a immaginarle come rettili ipnotici o bambole infagottate in abiti sfarzosi e con volti truccati, dove non si capiva più se il mistero fosse più forte dell?acconciatura.

McQueen aveva, ha ancora perché fortunatamente le sue collezioni sono ancora nei negozi, una grande capacità di miscelare cultura alta e bassa, popolare e lussuoso, contemporaneo e appena successo. La scelta di cedere il 51 per cento della sua impresa al gruppo Gucci non aveva minimamente sfiorato la sua enfasi nell?essere un provocatore. Un giorno decide di usare delle piume nel cappello di una modella e subito quella donna viene trasfigurata come un uccello reale, un monile prezioso che si anima e respira. Un?altra volta piomba i suoi modelli in un incubo di buio e penombra, come se tutte le paure del pianeta soffocassero anche chi si interessa di moda, e magicamente i modelli diventano guerrieri metropolitani con insegne di guerra per difendersi. Ma, ancora più prodigioso, anche davanti alla domanda ?come posso indossare quello che vedo?, ti accorgevi un attimo dopo che era come spiumare un?idea e che ogni singolo capo poteva entrare benissimo nel guardaroba.

Inevitabilmente, McQueen sarà risucchiato adesso in quella zona d?ombra in cui finiscono i morti tragicamente. Ma chiunque abbia qualcosa di suo o abbia assistito a una sua sfilata, potrà riconoscere che certe intuizioni si sono rivelate assolute. Che il suo genio avrebbe avuto più fortuna, se il carattere lo avesse permesso. Non è andata così. Ma è stato un onore apprezzarlo.

t

.
 
Sono andato a vedere qualche suo "capolavoro" su google..... Se era per me sarebbe morto di fame vent'anni fa.
Pace all'anima sua, comunque.
 
metallo666 ha scritto:
perdonatemi l'ignoranza:
chi era costui (pace all'anima sua)?

Mi associo..... ma facendo un battutaccia alla " Amici miei "..... un bischero che voleva riattare il Kilt alle esigenze moderne.....Ciao
P.S. agli scozzesi lasciamo fare liquori, salmoni....eventualmente cornamuse, ma la moda?
 

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