Mi riferisco ad Honda Accord VII, 2.2 i-ctdi.
Credo che sia giunto il momento di fare davvero un po? di conti. La percorrenza indicata al titolo è sicuramente meritevole di attenzione ed è certamente indicativa della consistenza, in senso globale, del prodotto in esame.
Perché ?ammiraglia?? in fondo, è una semplice segmento ?D?; e poi, seppur poco più che virtualmente, a listino c?è sua maestà Honda Legend a rappresentare l?apice.
Ammiraglia, perché convivendoci per così lungo tempo e ancor più ingente percorrenza si riescono ad apprezzare aspetti che la stagliano prepotentemente al di sopra della media del segmento. E, come usuale, al di sopra del segmento, albergano la maggior parte delle ?ammiraglie? dei più disparati costruttori.
Iniziamo dal motore, sul quale mi sono molte volte, ma mai abbastanza, dilungato. Appartiene ad un epoca fulgida, in cui si poteva ancora fare un motore in modo che funzionasse bene, che fornisse una corretta erogazione, un ottimo rendimento, che stupisse per il rapporto tra prestazioni fornite e consumi rilevati. Epoca in cui alcuni costruttori, tra cui sicuramente Honda, serenamente e sinceramente, ancora pensavano che fare un buon prodotto rappresentasse un eccellente biglietto da visita nei confronti della potenziale clientela. C?erano ancora loro, dietro, i ?guru? dei progettisti Honda, coloro dai quali erano scaturiti i mitici V-Tec e che avevano portato il marchio ai vertici assoluti ed incondizionati della produzione mondiale, in termini assoluti, storici.
A tutt?oggi, dopo aver guidato decine e decine di altre vetture declinate nelle più disparate motorizzazioni, apprezzandone i pregi ed i difetti, guidare i-ctdi è un?esperienza particolare, di difficile lettura. Senza esagerare, è come guidare un prototipo. Un prototipo che è stato solo moderatamente ricondizionato, ma nemmeno troppo, per l?uso stradale. Va sentito, va percepito, va imparato a guidare, non puoi schiacciare e via. Ovvero, puoi anche farlo, ma solo entrandoci in simbiosi puoi estrarne e metterne in atto la formidabile sostanza che si è cristallizzata, come in un abile, irripetibile, alchimia, dando la forma che possiamo apprezzare. Non vuole che tu faccia certe manovre, devi chiamarlo con progressività, e solo così ti risponde nel modo corretto, nel modo più corretto che possa mai essere stato concepito. E siccome è un Diesel, vuole del gasolio per funzionare. Non altre sostanze che ne millantano il nome, così perniciosamente diffuse presso i più disparati distributori. E così per i lubrificanti, li vuole buoni e freschi. E robusti, anche, per assecondarne il vigore, inaspettato e forte, che può sprigionare a dispetto di quanto si possa attenderne dai dati di targa.
Menti limitate, piccole, hanno ritenuto la sua qualità come eccessiva, come un eccessivo gravame, da decurtare per contenere gli oneri produttivi. Ne hanno traslato la locazione produttiva, hanno trascurato alcune fasi pre-assemblaggio, giocando a scarica barile tra chi ne produceva i pezzi e chi doveva sottoporli alle necessarie operazioni propedeutiche al montaggio. Hanno cambiato alcuni componenti, di cui più volte si è parlato, per risparmiare quei pochissimi euro a pezzo, sovente ricavandone un peggioramento, in termini qualitativi, in particolare per affidabilità. Lo hanno trattato come un semplice oggetto, senza passione, senza considerazione.
Altre menti di pari livello, ovvero infimo, lo hanno costretto ad agghindarsi con improbabili ammennicoli vestiti inopinatamente di una soltanto dichiarata valenza ecologica, così da limitare l?apertura alare di questa creatura tecnologica che ha insegnato anche agli altri se non a volare, almeno ad elevarsi, a reinterpretare il concetto del motore diesel turbocompresso. Le realizzazioni più recenti che si distinguono per maggiore raffinatezza ne ricalcano gli intendimenti, le impronte così nitidamente tracciate già almeno dieci anni or sono.
E di tanto ne segue che, a 200mila km, ovvero 5 volte il giro del mondo, presenta un funzionamento ottimale, pronto all?avvio, privo di fumosità, contenuto nei consumi sia di combustibile che di lubrificante, elastico, pastoso, silenzioso, pressoché esente da vibrazioni. L?impianto di raffreddamento non hai mai necessitato di alcun rabbocco. Pulito, intrinsecamente ed anche esternamente, appare alla guida e ad un esame visivo come nuovo. Nessuna perdita di olio, nessun cenno di vetustà, anche sul fronte dei consumi che restano i medesimi riscontrati dopo la più volte evidenziata fase iniziale di assestamento che si articola almeno fino ai 30mila km ma che raggiunge un?ulteriore fase attorno ai circa 70mila. Sicuramente, pensato per durare.
Nessun 4 cilindri in linea, di nessun altro costruttore, arriva a tanto; sicuramente non al momento del lancio sul mercato, ma nemmeno oggi; anzi, forse oggi ancor di più. E pochissimi, tanti da contarli sulle dita di una mano monca, sei cilindri possono offrire un funzionamento tanto raffinato, godibile.
L?Ammiraglia, comunque, non è tale solo per questo straordinario, irripetibile motore che le è stato donato. Gli assemblaggi, i materiali, a dispetto di un?apparenza un po? sommessa, forse un po? povera, sono di primissima qualità, superando in maniera del tutto inalterata, per accoppiamenti, stabilità dimensionale, assenza di scricchiolii, tutto questo tempo e tutta questa percorrenza.
Posso solo fare un appunto alla seduta del sedile guida; complice anche il peso non trascurabile del guidatore, ovvero il sottoscritto, si è un po? allentata, così come il supporto lombare il quale, ogni tanto, fa sentire il suo lamento. Ma sono problematiche di poco conto, compensabili con le usuali regolazioni, e comunque sopraggiunte solo in un periodo recente, quando la percorrenza ormai iniziava ad essere notevole. Il resto della selleria è praticamente come nuova.
Così per l?accessoristica elettrica; gli alzacristalli, il clima, perfettamente efficiente senza che sia stato ricaricato una sola volta, i tasti, le levette, gli interruttori e così via. Tutto come il primo giorno. Su questo particolare aspetto, vale la pena di soffermarsi perché davvero credo che ci siano ben pochi riscontri, anche se si opti per un confronto drasticamente trasversale, che coinvolga le più disparate realizzazioni di vario livello.
Molti altri componenti hanno sfoderato una durevolezza ed una affidabilità sicuramente ben superiore alla media, media intesa come quanto offerto dalle altre ammiraglie, ovvero dalle vetture appartenenti ai segmenti superiori. I freni, efficienti, modulabili, hanno richiesto la prima sostituzione dei dischi a ben 150mila km. I posteriori, sono ancora quelli di primo equipaggiamento. Ed un plauso merita la frizione, robusta, modulabile, efficace a dispetto della percorrenza e della coppia del propulsore. Nondimeno, il volano, che appare così lontano dalle vicende che lo vedono protagonista delle più disparate problematiche che affliggono le vetture di diversi costruttori.
Meno bene per il comparto ammortizzatori e sospensioni; non per durata, quanto per taratura. L?evidente errore che ha provocato la regolazione dello smorzamento a compressione degli ammortizzatori su valori assolutamente troppo scarsi, rende il comparto poco propenso all?assorbimento delle asperità, anche quelle meno marcate. Critica l?adozione di cerchi su cui è necessario montare coperture con spalla ribassata. Occorre notevolissima attenzione alla pressione di gonfiaggio ed alla scelta delle coperture medesime. Attualmente, il miglior compromesso tra quelle che ho provato è fornito, senza ombra di dubbio, dalle michelin pilot sport 3. Ottimo prodotto, veramente. Polivalente ed equilibrato, molto evoluto, riesce a fornire precisione di guida, alta scorrevolezza ed un accettabile comfort, caratteristiche che ben raramente si ritrovano conciliate tra loro. Sembra fatto apposta per Accord.
La verniciatura non eccelle in qualità e resistenza; questo aspetto si manifesta talvolta in maniera irriverente ed evidente ed è enfatizzato dal colore nero, che dà un tocco insostituibile alla silhouette della vettura, slanciandola, ma che rende la manutenzione più onerosa, qualora si voglia mantenerla in perfetto stato.
L?assetto è sottosterzante, non molto equilibrato, il che si evince soprattutto nei percorsi misti dove, assieme alla stazza della vettura non proprio contenuta, non si può esagerare con l?andatura.
Decisamente meglio in autostrada, ambito in cui si può apprezzare la precisione di guida fornita da un ottimo avantreno a quadrilatero ed un financo migliore retrotreno, che consta di un vero multink a 5 bracci, ben fatto e correttamente dimensionato.
Lo sterzo è decisamente buono, preciso, diretto quanto basta, apprezzabilmente progressivo. Molto influenzato dal tipo di copertura adottato, come è naturale che sia. Peccato per la qualità intrinseca della scatola guida che, pur attestandosi su standards elevati nei confronti della stragrande maggioranza delle odierne realizzazioni, offre il fianco a fenomeni di usura quali perdite di olio dai paraoli e tende ad acquistare gioco tra pignone e cremagliera, percepibile in diverse situazioni. Potrebbe essere migliore, anche se resta soddisfacente.
Discreto il cambio, con l?unico limite di un indurimento nell?uso veloce in alcuni rapporti ed alcuni passaggi, in particolare, il più evidente, seconda-terza. Assente qualsiasi decadimento correlabile alla percorrenza; necessita di un certo periodo di uso iniziale per dare il meglio, una certa percorrenza per attuare un congruo assestamento.
Per quanto attiene ancora la berlina nel suo complesso, posso aggiungere che sia ottima l?abitabilità, l?ergonomia, la capacità di carico, la versatilità in relazione alla tipologia della realizzazione. Un veicolo pensato per offrire uno standard di impiego molto ampio, ben oltre a quello che il colpo d'occhio offre. Nella guida, infatti, al di là della situazione sopra descritta a proposito del misto, si fa sentire come se fosse di dimensioni ben più compatte.
Per il momento mi fermo qui, poi vedremo?.
Credo che sia giunto il momento di fare davvero un po? di conti. La percorrenza indicata al titolo è sicuramente meritevole di attenzione ed è certamente indicativa della consistenza, in senso globale, del prodotto in esame.
Perché ?ammiraglia?? in fondo, è una semplice segmento ?D?; e poi, seppur poco più che virtualmente, a listino c?è sua maestà Honda Legend a rappresentare l?apice.
Ammiraglia, perché convivendoci per così lungo tempo e ancor più ingente percorrenza si riescono ad apprezzare aspetti che la stagliano prepotentemente al di sopra della media del segmento. E, come usuale, al di sopra del segmento, albergano la maggior parte delle ?ammiraglie? dei più disparati costruttori.
Iniziamo dal motore, sul quale mi sono molte volte, ma mai abbastanza, dilungato. Appartiene ad un epoca fulgida, in cui si poteva ancora fare un motore in modo che funzionasse bene, che fornisse una corretta erogazione, un ottimo rendimento, che stupisse per il rapporto tra prestazioni fornite e consumi rilevati. Epoca in cui alcuni costruttori, tra cui sicuramente Honda, serenamente e sinceramente, ancora pensavano che fare un buon prodotto rappresentasse un eccellente biglietto da visita nei confronti della potenziale clientela. C?erano ancora loro, dietro, i ?guru? dei progettisti Honda, coloro dai quali erano scaturiti i mitici V-Tec e che avevano portato il marchio ai vertici assoluti ed incondizionati della produzione mondiale, in termini assoluti, storici.
A tutt?oggi, dopo aver guidato decine e decine di altre vetture declinate nelle più disparate motorizzazioni, apprezzandone i pregi ed i difetti, guidare i-ctdi è un?esperienza particolare, di difficile lettura. Senza esagerare, è come guidare un prototipo. Un prototipo che è stato solo moderatamente ricondizionato, ma nemmeno troppo, per l?uso stradale. Va sentito, va percepito, va imparato a guidare, non puoi schiacciare e via. Ovvero, puoi anche farlo, ma solo entrandoci in simbiosi puoi estrarne e metterne in atto la formidabile sostanza che si è cristallizzata, come in un abile, irripetibile, alchimia, dando la forma che possiamo apprezzare. Non vuole che tu faccia certe manovre, devi chiamarlo con progressività, e solo così ti risponde nel modo corretto, nel modo più corretto che possa mai essere stato concepito. E siccome è un Diesel, vuole del gasolio per funzionare. Non altre sostanze che ne millantano il nome, così perniciosamente diffuse presso i più disparati distributori. E così per i lubrificanti, li vuole buoni e freschi. E robusti, anche, per assecondarne il vigore, inaspettato e forte, che può sprigionare a dispetto di quanto si possa attenderne dai dati di targa.
Menti limitate, piccole, hanno ritenuto la sua qualità come eccessiva, come un eccessivo gravame, da decurtare per contenere gli oneri produttivi. Ne hanno traslato la locazione produttiva, hanno trascurato alcune fasi pre-assemblaggio, giocando a scarica barile tra chi ne produceva i pezzi e chi doveva sottoporli alle necessarie operazioni propedeutiche al montaggio. Hanno cambiato alcuni componenti, di cui più volte si è parlato, per risparmiare quei pochissimi euro a pezzo, sovente ricavandone un peggioramento, in termini qualitativi, in particolare per affidabilità. Lo hanno trattato come un semplice oggetto, senza passione, senza considerazione.
Altre menti di pari livello, ovvero infimo, lo hanno costretto ad agghindarsi con improbabili ammennicoli vestiti inopinatamente di una soltanto dichiarata valenza ecologica, così da limitare l?apertura alare di questa creatura tecnologica che ha insegnato anche agli altri se non a volare, almeno ad elevarsi, a reinterpretare il concetto del motore diesel turbocompresso. Le realizzazioni più recenti che si distinguono per maggiore raffinatezza ne ricalcano gli intendimenti, le impronte così nitidamente tracciate già almeno dieci anni or sono.
E di tanto ne segue che, a 200mila km, ovvero 5 volte il giro del mondo, presenta un funzionamento ottimale, pronto all?avvio, privo di fumosità, contenuto nei consumi sia di combustibile che di lubrificante, elastico, pastoso, silenzioso, pressoché esente da vibrazioni. L?impianto di raffreddamento non hai mai necessitato di alcun rabbocco. Pulito, intrinsecamente ed anche esternamente, appare alla guida e ad un esame visivo come nuovo. Nessuna perdita di olio, nessun cenno di vetustà, anche sul fronte dei consumi che restano i medesimi riscontrati dopo la più volte evidenziata fase iniziale di assestamento che si articola almeno fino ai 30mila km ma che raggiunge un?ulteriore fase attorno ai circa 70mila. Sicuramente, pensato per durare.
Nessun 4 cilindri in linea, di nessun altro costruttore, arriva a tanto; sicuramente non al momento del lancio sul mercato, ma nemmeno oggi; anzi, forse oggi ancor di più. E pochissimi, tanti da contarli sulle dita di una mano monca, sei cilindri possono offrire un funzionamento tanto raffinato, godibile.
L?Ammiraglia, comunque, non è tale solo per questo straordinario, irripetibile motore che le è stato donato. Gli assemblaggi, i materiali, a dispetto di un?apparenza un po? sommessa, forse un po? povera, sono di primissima qualità, superando in maniera del tutto inalterata, per accoppiamenti, stabilità dimensionale, assenza di scricchiolii, tutto questo tempo e tutta questa percorrenza.
Posso solo fare un appunto alla seduta del sedile guida; complice anche il peso non trascurabile del guidatore, ovvero il sottoscritto, si è un po? allentata, così come il supporto lombare il quale, ogni tanto, fa sentire il suo lamento. Ma sono problematiche di poco conto, compensabili con le usuali regolazioni, e comunque sopraggiunte solo in un periodo recente, quando la percorrenza ormai iniziava ad essere notevole. Il resto della selleria è praticamente come nuova.
Così per l?accessoristica elettrica; gli alzacristalli, il clima, perfettamente efficiente senza che sia stato ricaricato una sola volta, i tasti, le levette, gli interruttori e così via. Tutto come il primo giorno. Su questo particolare aspetto, vale la pena di soffermarsi perché davvero credo che ci siano ben pochi riscontri, anche se si opti per un confronto drasticamente trasversale, che coinvolga le più disparate realizzazioni di vario livello.
Molti altri componenti hanno sfoderato una durevolezza ed una affidabilità sicuramente ben superiore alla media, media intesa come quanto offerto dalle altre ammiraglie, ovvero dalle vetture appartenenti ai segmenti superiori. I freni, efficienti, modulabili, hanno richiesto la prima sostituzione dei dischi a ben 150mila km. I posteriori, sono ancora quelli di primo equipaggiamento. Ed un plauso merita la frizione, robusta, modulabile, efficace a dispetto della percorrenza e della coppia del propulsore. Nondimeno, il volano, che appare così lontano dalle vicende che lo vedono protagonista delle più disparate problematiche che affliggono le vetture di diversi costruttori.
Meno bene per il comparto ammortizzatori e sospensioni; non per durata, quanto per taratura. L?evidente errore che ha provocato la regolazione dello smorzamento a compressione degli ammortizzatori su valori assolutamente troppo scarsi, rende il comparto poco propenso all?assorbimento delle asperità, anche quelle meno marcate. Critica l?adozione di cerchi su cui è necessario montare coperture con spalla ribassata. Occorre notevolissima attenzione alla pressione di gonfiaggio ed alla scelta delle coperture medesime. Attualmente, il miglior compromesso tra quelle che ho provato è fornito, senza ombra di dubbio, dalle michelin pilot sport 3. Ottimo prodotto, veramente. Polivalente ed equilibrato, molto evoluto, riesce a fornire precisione di guida, alta scorrevolezza ed un accettabile comfort, caratteristiche che ben raramente si ritrovano conciliate tra loro. Sembra fatto apposta per Accord.
La verniciatura non eccelle in qualità e resistenza; questo aspetto si manifesta talvolta in maniera irriverente ed evidente ed è enfatizzato dal colore nero, che dà un tocco insostituibile alla silhouette della vettura, slanciandola, ma che rende la manutenzione più onerosa, qualora si voglia mantenerla in perfetto stato.
L?assetto è sottosterzante, non molto equilibrato, il che si evince soprattutto nei percorsi misti dove, assieme alla stazza della vettura non proprio contenuta, non si può esagerare con l?andatura.
Decisamente meglio in autostrada, ambito in cui si può apprezzare la precisione di guida fornita da un ottimo avantreno a quadrilatero ed un financo migliore retrotreno, che consta di un vero multink a 5 bracci, ben fatto e correttamente dimensionato.
Lo sterzo è decisamente buono, preciso, diretto quanto basta, apprezzabilmente progressivo. Molto influenzato dal tipo di copertura adottato, come è naturale che sia. Peccato per la qualità intrinseca della scatola guida che, pur attestandosi su standards elevati nei confronti della stragrande maggioranza delle odierne realizzazioni, offre il fianco a fenomeni di usura quali perdite di olio dai paraoli e tende ad acquistare gioco tra pignone e cremagliera, percepibile in diverse situazioni. Potrebbe essere migliore, anche se resta soddisfacente.
Discreto il cambio, con l?unico limite di un indurimento nell?uso veloce in alcuni rapporti ed alcuni passaggi, in particolare, il più evidente, seconda-terza. Assente qualsiasi decadimento correlabile alla percorrenza; necessita di un certo periodo di uso iniziale per dare il meglio, una certa percorrenza per attuare un congruo assestamento.
Per quanto attiene ancora la berlina nel suo complesso, posso aggiungere che sia ottima l?abitabilità, l?ergonomia, la capacità di carico, la versatilità in relazione alla tipologia della realizzazione. Un veicolo pensato per offrire uno standard di impiego molto ampio, ben oltre a quello che il colpo d'occhio offre. Nella guida, infatti, al di là della situazione sopra descritta a proposito del misto, si fa sentire come se fosse di dimensioni ben più compatte.
Per il momento mi fermo qui, poi vedremo?.