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Vegani .... ma da quale pianeta vengono?

Vegani .... ma da quale pianeta vengono? | Pagina 6 - opinioni e discussioni sul Forum di Quattroruote

  1. andrea-86

    andrea-86

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    La carne per la sua deperibilità e maggior costo è il prodotto più tracciato e controllato da sempre, poi che al giorno d'oggi nei paesi occidentali si consumano troppi prodotti animali è un dato di fatto
    Togliendo gli allevamenti senza terra di pollame e suini, credo che nel caso di allevamenti più estensivi gli animali possano vivere dignitosamente, e rispetto ai selvatici hanno garantita disponibilità di cibo, cure e protezione dai predatori (purtroppo non sempre), visto che il destino della maggior parte degli erbivori selvatici è diventare preda, credo che il gioco valga la candela anche per loro.
    Poi, teorie vegane a parte siamo animali onnivori, quindi nel bene e nel male dobbiamo introdurre proteine animali nella nostra dieta.
    Riguardo la pesca la situazione non è rosea, le risorse ittiche sono in diminuzione, e molto pesce consumato è d'allevamento, allevamenti fortemente inquinanti, perchè le deiezioni dei pesci sono concentrate in poco spazio e vengono rilasciate in mare causando l'eutrofizzazione delle acque, inoltre buona parte del mangime utilizzato per nutrire questi pesci è composto da.. farina di pesce, un cane che si morde la coda
     
  2. arizona77

    arizona77

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    certo.....
    ma di tutte le razze esiste l' anagrafe:
    -Nato in
    -allevato in
    -macellato da
     
  3. pi_greco

    pi_greco Moderatore Membro dello Staff

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    mi pareva anche di avere allegato il disciplinare di allevamento e quindi anche nutrizione
     
  4. arizona77

    arizona77

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    permettimi.....
    hai parlato di anagrafe.....
    A quello Ti ho risposto
     
  5. pi_greco

    pi_greco Moderatore Membro dello Staff

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    permettimi, avevo scritto e linkato ben altro...
     
  6. arizona77

    arizona77

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    " per fortuna esiste anagrafe bovina....."
    Permettimi ma cosi' e' scritto
     
  7. pi_greco

    pi_greco Moderatore Membro dello Staff

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    ovviamente
     
  8. economyrunner

    economyrunner

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    C'è colesterolo buono e colesterolo cattivo. Poi c'è anche quello brutto pfui ... OGM ...... lolling at the cube
     
  9. economyrunner

    economyrunner

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    Volevate il confronto con un vegetariano, eccomi... sono il figlio in questione, l'abominevole aborto dell'abitudine alimentare, l'eretico, il folle, quello contronatura, quello che ad andrea il coltivatore fa ribrezzo, paura, perché lo sta sfidando, perché gli sta per la prima volta ponendo questa domanda in principio ridicola, ma in realtà molto, molto, molto acuta: DOBBIAMO PER FORZA FARE DEL MALE PER VIVERE? POSSIAMO INIZIARE DA POCO, PIANO PIANO, SENZA PERDERCI IN CHIACCHIERE E SENZA VOLER FARE TUTTO DI COLPO, SENZA POI REALIZZARE NULLA? Mi guarda male, andrea, ma potrebbe essere giulio, vito, tore, alessandro, giovanni e qualunque nome che spunti dalle pagine bianche o gialle: probabilmente gli fa paura non tanto che io possa farmi del male o arrecargli un danno economico, ma più che altro non accetta il folle, il pazzo, quello che, a differenza di tutti, di tutti i lavoratori della Megaditta, forse perché ancora giovane, forse perché sognatore, non accetta i sistemi e cerca, HA BISOGNO di cambiare; il cambiamento viene solo, badate bene, come già sapete, uomini con la camicia e l'orologio, dai rami più giovani e freschi: da loro dipendono le nuove foglie e frutti, non da quelli già secchi e irrobustiti, rigidi nella loro mentalità, persi dopo l'inutile battaglia sbarbata del cambiamento, che solo i folli più geniali hanno vinto dando un frutto, un segno, un cambiamento. Spesso accettiamo indicibili ingiustizie e torture, giustificandoci con "è giusto", "ne ho bisogno", "colpa di Dio o del demonio", poiché ci sentiamo impotenti e non sappiamo capire la fonte dei nostri disagi: NOI STESSI. Se è necessario uccidere un maiale, tra urla, sangue e orrore per nutrirsi, non dovrebbe forse essere necessario, dovendosi guadagnare il pane per accompagnare il prosciutto, ottenere a tutti i costi il denaro per comprarlo, magari rubandolo ad una vecchietta o ad uno sprovveduto, e magari volendo soddisfarci dei bisogni fisici più naturali, come il sesso, stuprare la prima donna che ci capita a tiro e reputando necessario un posto dove abitare uccidere qualcuno e prenderne la dimora? Così si ragiona? Come ottusi predatori? Come banditi? CHE METTONO VIOLENZA LADDOVE SONO INCAPACI DI DARSI ALTERNATIVE? O possiamo sforzarci di cambiare, una volta, insieme, ora evitando di uccidere per nutrirsi, partendo dal fatto che pare chiaro che gli animali siano dotati di sentimenti, ma non di ragione, di intelligenza, ma non di coscienza, di memoria, ma non di ricordo, dunque sensibili, superiori alle piante, ma non intelletivi, come noi umani dovremmo di norma e dunque inferiori in questo senso? Possiamo mostrare la nostra superiorità e non ostentare bestialità, come i predatori più primitivi e subdoli, che non costituiscono certo un esempio di razionalità, e piegare una volta la natura non in modo cinico, ma razionale e amorevole per quante più vite sia possibile, mettendo da parte egoismo e sadismo, essendo noi creature evidentemente fatte non a caso ma ad uno scopo, cioè quello di coordinare e tutelare le altre forme di vita? Potremmo dunque eliminare così la violenza e i più bassi istinti dell'uomo, che se solo gusta una sola volta il potere della violenza si rifugierà nella sua fragile maestosità per sempre; e dico fragile perché chi distrugge, non crea, chi divora, non partorisce, chi ha mangiato, non si sazierà dagli stessi che ha ingurgitato un volta. Volete voi vivere come bestie, secondo i ritmi del ballo di gruppo del tiranno, dove uno governa e decide e sfrutta e mangia e il resto via via allontanandosi dal governante è solo carne da macello? Credete che chi vi ordina di mangiare carne non sia in grado o non voglia succhiarvi il sangue dalle vostre stesse vene? Pensate che la violenza si asciughi alla luce del sole come l'acqua o che piuttosto si alimenti come un fuoco? Quando voi non mangerete più carne, amici, non saprete più derubare una vecchietta, neanche stuprare nessuno né rubare e né uccidere qualcunaltro, perché solo dando veramente peso alla vita anche del più piccolo essere si può riconoscere il valore della vita di tutti i vostri simili. Maltrattata e uccisa anche la più piccola creatura il passo è breve a maltrattare e uccidere i propri simili, a gettare nel dolore persone odiate, amate, vicine, lontane e infine se stessi e si finisce per accettare in tutto e per tutto il dolore come giusto, inevitabile, necessario, naturale. La verità è che la violenza è un predatore insaziabile, che uccide dove si uccide e stermina dove si stermina e consuma dove si consuma, ma basta rifiutare la prima portata mortifera per fermarlo. Un conto è poi mangiare in risposta a circostanze quali fame e salute, ma quando si uccide per gusto o per mestiere ciò diventa a mio avviso qualcosa di ripugnante e inaccettabile: non sono le persone ripugnanti, né tutti gli allevatori né gli operatori degli allevamenti intensivi ma IL MORBO ORRENDO DELL'INDIFFERENZA ad essere ripugnante. Considerate il nazismo, quel cancro del cervello che ha ammorbato millioni di persone che hanno perso la loro ragione e la loro libertà per indifferenza, diventando ciechi e fedeli servitori del potere, giustificandosi appunto con "è inevitabile" "è naturale", "è necessario", "è giusto". Considerate la schiavitù, considerata prima indispensabile ed ora riconosciuta a ragione come una delle pagine più tristi della nostra storia. Non importa quanto sia radicato o primordiale il consumo di carne, di vita, se è vero che eticamente almeno lo riteniamo ingiusto l'uccidere e bisogna reagire, se è vero che siamo superiori agli animali. Altrimenti i nostri massacri non fanno che dimostrare la nostra bestialità e ripugnanza. E ben ricordo come voi dovreste che la strega di Hansel e Gretel nutrì i suoi prigionieri, gli accudì, gli diede un tetto, ma per l'ignobile intento di mangiarli e dunque appre evidente che non c'è bene che un allevatore possa fare ai suoi capi di bestiame che non sia poi distrutta dall'atto della macellazione, per quanto possa essere eseguita in maniera umana, dato che tutti vogliamo vivere e non desideriamo che per perversione, nessuno di noi lo desidera, che la vita ci sia sotratta. Ora queste sono le mie folli eresie, i miei melancolici versi. A voi invece, gentiluomini e gentili lettori che siete giunti fin qui nella lettura, sta la scelta del perseverare bestiale o l'ardito cambiare. Qualunque cosa mi diciate, contro o favore, con toni educati o vandali, con tesi fasulle e ridicole o incrollabili e solidissime, io la accetterò come chi di voi tra i più assennati ha pazientemente letto questo verde sfogo.
     
  10. arizona77

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    Bellissima elegia.....
    Purtroppo, il signore Iddio, ci ha dato denti atti a mangiare carne
     
  11. RobyTs67

    RobyTs67

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    Figlio;prova.
     
  12. maddeche!

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    Concordo con "arizona77" su entrambi i punti:

    1) bellissime considerazioni e deliziosa esposizione di esse

    2) gli animali come l'essere umano, come molti mammiferi, come molti onnivori o carnivori, mangiano "da sempre" altre creature consimili, e non si tratta di una "bestialità umana".

    Però...
    Resta vero il fatto che solo l'essere umano, a differenza di tutte le altre "bestie", accantona altre creature al solo ed unico scopo di mangiarle con suo comodo e piacere.

    Accantona altre creature anche per scuoiarle e farci vestiario, o per mungerle finché possibile, ma questo é un altro discorso...vogliamo.
     
  13. andrea-86

    andrea-86

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    Io non provo ribrezzo per nessuno, dico solo che dal mio punto di vista è impossibile procurare cibo senza far del male ad altri esseri viventi, animali o vegetali, la invito a provare la coltivazione di un orto per un periodo abbastanza lungo, si renderà conto che la coltivazione non è altro che un'alterazione costante della natura, se trascura la coltura la natura si riprende tutto, dalle erbacce ad insetti ed animali dannosi, provi a coltivare le patate e a dover fare i conti con la dorifora che mangia le foglie, gli afidi che ne succhiano la linfa e con la tignola che sviluppa le proprie larve sui tuberi che noi vogliamo mangiare, se ha la "fortuna" di avere una talpa nell'orto e non la elimina nel giro di poco temo mangiando le radici le distruggerà tutto il raccolto, essendo in campagna avrà a che fare con i topi che danneggeranno il raccolto in campo e soprattutto durante la conservazione, in primavera riceverà la visita di simpaticissime lumache che mangeranno le foglie ed i germogli freschi delle piante, questi sono solo alcuuni dei casi in cui diventa necessario uccidere altri animali per produrre semplici ortaggi, che l'agricoltura sia biologica o chimica il risultato non cambia, cambia solo il metodo, un tempo quando non esistevano insetticidi chimici i bambini eliminavano insetti e lumache manualmente, riguardo la naturalità della dieta vegana, una libera scelta basta pensare ai problemi che si hanno nel reperire vitamina b12, ed il fatto che l'alimento principe di questa dieta, la soia sia un'alimento che senza lavorazioni industriali risulta inmangiabile e tossica, inoltre se voi obiettate che non abbiamo canini adeguati a predare animali, non abbiamo neanche denti in grado di masticare grano, mais e soia allo stato naturale, comunque ripeto quando si sarà trovato il modo di procurarsi cibo senza far male ad una mosca ne riparliamo.
     
  14. SupercinqueTC

    SupercinqueTC Moderatore Membro dello Staff

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    http://www.avvenire.it/Commenti/Pagine/La%20coscienza%20delle%20piante.aspx

    "...Il fascicolo di novembre di Focus ospita un articolo dal titolo di copertina 'La coscienza delle piante'. Il giornalista, riprendendo alcune affermazioni del professor Stefano Mancuso, ci informa che «i vegetali vedono, sentono, annusano e hanno anche molti altri sensi straordinari. Non solo. Parlano tra loro ? Comunicano con reti naturali simili alla nostra Internet». Certo, egli ammette, le piante «non hanno i cinque sensi come noi, ma molti di più. Sono intelligenti e hanno il senso della famiglia» (dovremmo andare a scuola da loro per reimparare il senso della famiglia!). Insomma, «le capacità delle piante non sono così differenti da quelle degli animali». Ma il docente fiorentino intervistato è ancora più esplicito: «Credo di essere in grado di dimostrare che le piante siano intelligenti».

    Le 'nuove prove' sarebbero la produzione e la ripetizione («memoria») di segnali biochimici e fisiologici in risposta a stimoli esterni, ambientali (da sempre la biologia insegna che ogni organismo vivente, dal più piccolo batterio al più grande mammifero, è in grado di rispondere molecolarmente e morfofisiologicamente ? ma non intenzionalmente! ? a stimoli fisici e chimici), e la capacità di 'difesa' da attacchi nocivi da parte di altri organismi viventi (insetticidi di origine vegetale, quali i piretrinici, erano noti e usati già nell?antica Mesopotamia e il concetto e la pratica di fitoterapia antimicrobica attraversa secoli di medicina).

    Dall?intelligenza alla coscienza il passo appare breve. La chiusura è affidata alle parole di Daniel Chamovirz, dell?Università di Tel Aviv. «Le piante potrebbero avere una specie di coscienza basata solo sulle sensazioni e non sulla consapevolezza di sé, come accade per noi e gli animali più complessi'» Un salvataggio in zona cesarini da un epilogo grottesco ? la 'consapevolezza di esistere' dei vegetali ? che però non riscatta l?articolo da un?ambiguità di fondo che lo attraversa: l?uso disinvoltamente ambiguo di concetti plurivoci quali 'sensibilità', 'linguaggio', 'comunicazione', 'risposta', 'relazioni familiari', 'intelligenza' e, ancor più, 'coscienza'. Essi vengono predicati sia in riferimento alla fenomenologia dell?intenzionalità (piano antropologico) che a processi biofisici, biochimici, morfologici e fisiologici comuni agli organismi viventi vegetali e animali (piano biologico), attraverso un?estensione semantica che richiede però di essere precisata e giustificata, evitando così acrobazie epistemologiche che nulla hanno a che spartire con una rigorosa ed efficace divulgazione delle scoperte e delle ipotesi scientifiche...."

    dopo aver letto questo, rimango delle mia idea che sia altrettanto crudele amputare parti di piante, decapitarle sul posto, spolparne e mangiarne i figli, modificarle geneticamente facendole "accoppiare" con altre specie o innestandovi altre piante, ecc...
    il tutto senza alcuna cautela e nessun riguardo.

    pensate una passeggiata su un prato, quanti esseri viventi calpestiamo?

    siamo esseri proprio perfidi.

    dovremmo nutrirci solo di acqua. facendo attenzione che non contenga batteri, ovviamente. :shock: :rolleyes:
     
  15. Rugo

    Rugo

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    I vegani facciano pure come meglio credono. Personalmente mangio di tutto,limitando solo i salumi di cui sono goloso e i formaggi. Ah...dimenticavo! Come professione,mi occupo di alimentazione zootecnica. Se avete domande non esitate a chiedere.
     

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