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65 a 1: l' integrazione all' asilo dovrebbe essere sicura

65 a 1: l' integrazione all' asilo dovrebbe essere sicura | Pagina 3 - opinioni e discussioni sul Forum di Quattroruote

  1. U2511

    U2511

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    Vero, ma eravamo ben abituati.

    In ogni caso, il succo non cambia: chi può, con ogni mezzo (cambi di residenza inclusi laddove necessari) cerca di evitare certe scuole. E, d'altra parte, vedo che lo stesso sistema scolastico (pubblico), in barba ad ogni principio teorico, limitatamente ad alcune realtà, cerca per quanto possibile, di selezionare.
     
  2. PierUgoMaria1

    PierUgoMaria1

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    Mah...non dubito, ma non vorrei che qui si annidasse un errore logico. Mi spiego: Il fatto che le diverse etnie, alla fine di un dato ciclo, si trovino in situazione parità, potrebbe nascondere il vero problema, se non addirittura ESSERE il problema stesso.

    Ovvero: a quale livello assoluto si colloca la loro preparazione complessiva che, su un piano relativo, come dici, si dà per paritaria?

    Ovvero bis: di quanto sono stati rallentati gli alunni con adeguata capacità linguistica per aspettare i colleghi che invece non capivano nemmeno l'idioma? ( ed io ne ho visti, anche se qui sono pochi ).

    La soluzione per me sarebbe semplice ( in teoria ) : si fanno delle prove d'ingresso. Se capisci l'italiano entri, altrimenti no. Solo che a) le prove dovrebbero essere attendibili e b) per chi non entra devi predisporre un percorso speciale, che costa soldi. Chi li deve pagare? Perché non ci sono, e chi li deve pagare, lo deve fare in anticipo.
     
  3. renatom

    renatom

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    Stai proponendo dei test per potere accedere alla scuola dell'obbligo: non ti pare un controsenso palese?

    Fortunatamente la scuola italiana ragiona in maniera diversa ed uno dei suoi punti di forza riconosciuti in mezzo a tante magagne, è l'inclusività, anche nei confronti di persone che hanno difficoltà molto più grandi di un piccolo svantaggio linguistico.
     
  4. Aerei Italiani

    Aerei Italiani

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    se attendiamo che il "privato" cittadino italiano si autoregoli...abbiamo visto recentemente come la cosa non funzioni poi tanto...

    telefonia ed energia non sono proprio esempi da prendere in considerazione, perche' e' vero che nei grandi centri urbani un po' di concorrenza c'e' .... ma gia' nei medi centri ci sono ancora i cavi di enel e sip di 40-50 anni fa...
    la "privatizzazione" ha portato, in tanti centri urbani e non, ad essere considerati dei ghetti... e se io non ho telefono o rete o pago energia piu' di altre parti non apro certo attivita'...

    vero e' che ad esempio la scuola materna "privata" ( diciamo pure cattolica) funziona egregiamente.

    per me lo "stato" dovrebbe "chiudere" agenzie come l'ACI, monopoli di stato e scommesse , liberalizzare a livello di ticket scuola e cure sanitarie : vado ad imparare ed a curarmi ( statale o privata che sia) dove voglio io ... non dove mi obblighi tu stato...
     
  5. U2511

    U2511

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    Pubblico non significa necessariamente "ad accesso indiscriminato". E quelle selezioni che ritieni poco consone o inopportune vengono in ogni caso fatte, prima o poi. Nel senso che il non farle alla scuola dell'obbligo implica ad esempio un primo anno di "sbarramento" nel grado superiore, non farle alle superiori implica la pulizia all'eventuale università. Non farle nemmeno in tale sede determina che vengano fatte in ultima istanza in occasione dell'ingresso nel mondo lavorativo. Sono considerazioni generali da cui certamente possono esulare singole e felici isole.

    Ripeto, dove sta lo scandalo di prevedere un test di ingresso per selezionare il tipo di classe o sezione più idoneo? quando al primo anno di materna su 24 bimbi ben 16 non parlano né capiscono una parola di italiano (uno dei tanti esempi concreti che ho visto, con conseguente fuga delle famiglie italiane) è chiaro che per "includerli" devi concentrarti solo su questi 16 e se a metà del secondo anno gli hai dato una buona padronanza linguistica è onestamente un gran risultato (spesso l'ambiente familiare non è d'aiuto), ma al prezzo di aver tenuto fermi per un anno e mezzo gli otto che già avevano le basi.
     
  6. PierUgoMaria1

    PierUgoMaria1

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    Quando il nostro obbligo scolastico é nato, non esisteva un fattore immigrazione così consolidato ed incisivo sul livello di preparazione media da portare il Ministero dell'istruzione a pubblicare classifiche INVALSI scorporate per "nativi", "regolari" e "tutti gli studenti", ora a quanto pare, si. Inutile girarsi dall'altra parte e non domandarsi come mai i punteggi di "tutti gli studenti" siano sistematicamente più bassi di quelli dei soli "nativi", e quali cobseguenze ció abbia su un paese.

    Non sto peraltro pensando ad impedire l'accesso, ma a studiare percorsi paralleli ma diversificati per capacitá, una cosa che una volta esisteva anche in Italia, se non erro, a partire dalla medie, che non erano uniche per tutti.

    Porto un esempio tanto per sottrarre la diatriba all'ambito puramente etnico / raziale, che sennó qualcuno si inquieta.

    Mia figlia piccola frequenta da 7 giorni la prima media. Al sesto giorno, come prova di ingresso, la professoressa di italiano ha fatto un dettato. Ebbene, eccetto un 9 ed un 10, i restanti 21 alunni si sono collocati in un range che va dal 4 al 6, con più insufficienze che sufficienze.

    Vuol dire che in un sistema scolastico locale che alle ultime prove Invalsi si é piazzato piuttosto bene, l'80% degli 11enni del campione non sa scrivere correttamente in italiano, con deficienze ortografiche numerose e gravi. Tradotto: a 11 anni sono ancora analfabeti.

    Stranieri in classe ne ha 2 su 23, quindi il problema non é l'immigrazione, ma semplicemente l'irrilevanza del profitto.

    Domando: quanto devono stare fermi a masticarsi le ginocchia quelli che sono preparati, per aspettare che il docente insegni a quelli ancora analfabeti come si scrive correttamente nel proprio idioma, ( che poi se lo ri-scorderanno a giugno perché non leggono nemmeno un Topolino nemmeno quando vanno al cesso )? E quanto costa ció sul livello medio dell'istruzione? Tutta gente che alla scuola dell'obbligo non verrá mai bocciata: dovrá aspettare il primo anno di superiori ( anzi no, il secondo, ché due anni ora.sono obbligatori, ed hanno trasformato le professionali in un parcheggio di condannati in attesa di congedo ).

    La.scuola deve essere obbligatoria ed inclusiva, ma una volta che hai incluso tutti, non puoi tenere tutti insieme. Se ne lamentano persino i docenti, sebbene siano essi stessi protetti da un sistema sindacale che non valuta nemmeno il loro, di profitto.

    A tutto questo aggiungiamo anche il fattore immigrati, ove questo sia presente e massiccio, e mi sa che abbiamo trovato il sistema per far tornare il nostro livello d'istruzione a livelli da fine 800.

    Qualcuno si domanda che effetti abbia tutto cio' sul livello di competitività di un paese, che pare avere qualche magagna?
     
  7. a_gricolo

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    Per poter studiare bisogna innanzitutto capire quello che l'insegnante sta dicendo. Se in una classe anche uno solo degli alunni non capisce una pippa di italiano è ovvio che o resta al palo lui o ci restano tutti gli altri. E dato che la vita è breve e si impara da piccoli, non bisogna sprecare gli anni migliori. Per cui, per me è giustissimo che prima di includere chicchessia in una classe metterlo prima di tutto in condizioni di capire la lingua, a costo di "perdere" un anno.
     
  8. arizona77

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    siamo ( sempre ) alle solite
    " Sfortunatamente " esiste una Costituzione
    i cui articoli 33 e 34 recitano:
    http://www.simonescuola.it/docente/5_1.htm
     
  9. U2511

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    Apertura a tutti e non discriminazione non significa "non selezionare" in base alle capacità. Diversamente, potremmo abolire direttamente il voto, perché qualcuno potrebbe vederlo come forma di "discriminazione".

    Quanto alle considerazioni di p.u.m. sulla poca rispondenza tra esiti Invalsi e prove reali sul campo, mi viene da pensare (male) ai metodi di somministrazione dei test Invalsi. Se posso incoraggiare (o deprimerlo), c'è chi si è trovato al primo anno di università con studenti che avevano difficoltà ad esplicitare una funzione in y piuttosto che in x. Maturi scientifici. Quoto la considerazione che la problematica degli stranieri è solo un di più, un'aggravante, in determinati contesti, ma che il problema è decisamente più ampio e diffuso.
     
  10. a_gricolo

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    Anch'io, ma d'altra parte questo era l'argomento della discussione.
     
  11. PierUgoMaria1

    PierUgoMaria1

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    Guarda, da come lo scrivi, sembra quasi tu sia convinto di aver fatto una quasi battuta surreale. Ti stupirai allora di sapere che, almeno a queste latitudini, complice il registro elettronico consultabile da casa, é almeno da un paio di anni che i voti per interrogazioni e prove scritte non vengono più comunicati pubblicamente, con ampio dibattito sottostante riguardo alla privacy ed al non voler "discriminare" l'alunno carente, quasi canzonarlo davanti ai compagni. E non é un'invenzione di qualche docente troppo buonista: alla base c'é opportuno regolamento esplicito, a prescriverlo.

    La selezione in base al parametro del profitto sta diventando un processo "sensibile", da gestire in camera caritatis: l'insegnante che dà un 4, come minimo si deve aspettare l'apparire di una falange di parenti a contestarlo, possibilmente davanti al dirigente. Se poi per caso si é permesso pure di renderlo pubblico, magari allo scopo di fareun cazziatone allo studente per l'impreparazione, non mi meraviglierei se fra un po' si arrivasse a contestargli "diffamazione" davanti ad un giudice.

    E se il parametro di valutazione in sé diventa segreto e coperto da privacy, sinonimo di discriminazione / quasi diffamazione, ti puoi immaginare con quale cuor leggero lo facciano poi funzionare, dietro le quinte, in sede di scrutinio, al fine di fare effettiva selezione. Se a questo andazzo ci aggiungi che lo studente di turno possa eventualmente avere pure la pelle di colore diverso, e le accuse nei confronti del docente / scuola possano automaticamente gonfiarsi a "discriminazione razziale", questi già si vedono crocifissi davanti al tribunale internazionale per i diritti dell'uomo all'Aia.

    Son tutti bravi, per definizione. Gli asini non esistono più: ci sono quelli bravi, e quelli diversamente bravissimi. E se te ne trovi 12 in classe, e speri che qualcuno li raddrizzi a suon di cazziatoni, e magari li bocci... ciao core.
     
  12. a_gricolo

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    Posso concordare. Nella classe di mia figlia (terza scientifico) sono in 29, ma almeno una decina sono di troppo. Ma prenderanno la maturità anche loro, e magari pure una laurea...
     
  13. arizona77

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    Probabilmente non sara' " giusto ".
    Ma,
    lauree a parte, gia' diplomati in scuole private se ne sfornano in continuo, non so se col metedo grottesco del 3 anni in 1 come
    quando ero ragazzo io....
    ( .....Di solito, all' Universita', le carenze o
    la poca voglia di studiare si pagano.....vedere il numero di coloro
    che abbandonano )
    e chi si diploma col 3x1, lo fa per poter entrare nell' impresina di
    famiglia con uno straccio di pezzo di carta che gli consente di
    mettere il " titolo " sulla carta intestata aziendale ;)
     
  14. renatom

    renatom

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    Ribadisco: le magagne non sono provocate dai disagi linguistici di alunni immigrati, se non in rarissimi casi.
    In più, il discorso è partito da una scuola dell'infanzia; se si inizia ad andare a scuola a quell'età, questo svantaggio linguistico viene superato prima di iniziare la primaria.

    Come ho detto l'idea di sotto porre gli alunni a test e creare percorsi differenziati per alunni in condizioni di svantaggio, senza offesa, non mi pare degna di un paese civile e, fortunatamente, è superata da decenni.
    Quello che si deve dire è che la scuola deve fornire aiuti per superare eventuali svantaggi, come, del resto, ha sempre cercato di fare. I corsi di italiano per alunni stranieri, in orario extrescolastico si sono sempre fatti anche se diventa sempre più difficile per immaginabili motivi.
    Ricordo che un riconosciuto punto di forza della scuola italiana è come viene trattata la tematica dell'handicap con i ragazzi che frequentano le stesse classi anche quando non sono assolutamente in grado di seguire: di questi che si dovrebbe farne secondo queste teorie?

    Dovere della scuola, piuttosto, sarebbe, dal lato opposto, cercare di valorizzare le eccellenza, cosa su sui, la scuola italiana, effettivamente, è molto carente.

    Un ultimo appunto sui test.
    Cercare di misurare l'apprendimento è doveroso, ma bisogna stare attenti perché possono condizionare l'insegnamento: mai sentito parlare di "teach to test"?
    Se, per misurare la qualità dell'insegnamento si usano i test, l'insegnante sarà portato ad insegnare a fare i test anziché altre cose, cosa che viene già fatta nelle primarie. Non a caso, negli ultimi anni i risultati degli studenti italiani nei test sono migliorati, mentre vi assicuro che la preparazione reale non ha fatto altrettanto.
    Ad esempio, maestri di questa tecnica sono gli americani che son, mediamente, "ignoranti come le cucuzze", ma i test, bene o male, li sanno fare.

    Riguardo promozioni, bocciature, probabilmente vista la situazione, la mia proposta sarebbe:
    - niente bocciature se non concordate
    - abolizione de valore legale del titolo di studio
    niente diploma, ma una certificazione di competenze compilata in maniera "seria".

    In pratica dico che hai frequentato l'istituto per x anni e dichiaro quello che sai fare e non sai fare.
    Sono poi consapevole della serietà e delicatezza nella compilazione di questo attestato richiesta ai docenti.
     
  15. a_gricolo

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    Ai nostri tempi, adesso tra la scoperta geniale del 3+2 e un certo sbracamento generale si laureano anche i cani..... Almeno, ne vedo ogni semestre di studenti che più che dietro a un banco dovrebbero stare dietro a una carriola.
     

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